Come si ferma Cristiano Ronaldo?

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King Arthur Vidal 22
view post Posted on 21/6/2012, 09:03     +1   -1




I quarti di finale si aprono con una sfida dal pronostico piuttosto serrato come quella tra la Repubblica Ceca che ha chiuso al primo posto il Gruppo A e il Portogallo che è stato promosso come seconda del girone B. Un match che però presenta non pochi motivi di interesse tattico. Come verrà marcato Cristiano Ronaldo? E come riuscirà la difesa lusitana a tenere protetto Rui Patricio dal contropiede ceco?
IL PIANO DI BILEK - La variabile è tutta legata alle condizioni di Tomas Rosicky. Se lui ci sarà, come sembra probabile dopo la rifinitura, verrà riproposta la squadra che ha vinto 2-1 contro la Grecia nel secondo turno. Altrimenti Michal Bilek confermerà in blocco l'undici che ha sconfitto a sorpresa la Polonia nell'ultima partita del Gruppo A. Il modulo di base sarà un 4-2-3-1, ma con l'inserimento di Rosicky diventerà qualcosa di molto più simile a un 4-1-4-1 con la presenza di Tomas Hubschman davanti alla difesa e quattro trequartisti liberi di trovare spazio dietro all'unica punta Milan Baros. Fondamentale, dunque, la qualità di Rosicky, che molto probabilmente agirà da regista basso, e il movimento del trio composto dallo stantuffo Jaroslav Plasil e dalle rivelazioni Petr Jiracek e Vaclav Pilar, autori di tutti e quattro i gol segnati dalla Repubblica Ceca Sinora.
Un piano di gioco in fase offensiva ai limiti dell'elementare. Squadra compatta in fase difensiva e pronta a ripartire con i tagli di Jiracek e Pilar, due centrocampisti d'inserimento capaci di coniugare un'ottima fisicità a piedi più che discreti. Senza mai dare punti di riferimento alla difesa avversaria, che potrebbe soffrire non poco la mancanza di assetto statico sul fronte ceco. Il problema vero, però, sulla carta arriverà dalla fase difensiva, perché affrontare due esterni velocissimi come Cristiano Ronaldo e Nani sarà dura per una retroguardia che non eccelle per velocità. Difendere bassi sembra l'unica possibilità, anche se il rischio di chiudersi troppo è dietro l'angolo. Fondamentale, dunque, sarà l'apporto del frangiflutti Hubschman. Sarà lui l'uomo chiamato a tappare le falle davanti alla difesa, impedendo a Cristiano Ronaldo di accentrarsi e fare male. Nell'uno contro uno, invece, Theodor Gebre Selassie e David Limbersky sembrano in grado di reggere il passo. Il problema sarà in caso di ribaltamenti di fronte avversari, una situazione di gioco che nel match perso 4-1 con la Russia ha messo in luce tutta la pochezza degli uomini di Bilek. Un piano che sulla carta piace eccome a Paulo Bento.
IL PIANO DI PAULO BENTO - Ci sono due cose in Portogallo su cui, in questo momento, proprio non si transige: Cristiano Ronaldo e il 4-3-3 di Paulo Bento. Lo scheletro della nazionale lusitana è ben delineato, il modulo non è nient'altro che un vestito disegnato su misura, qualcosa che esalta le individualità, di certo non carenti a livello di rosa. Il 4-3-3 come chiave di volta di un gioco che sfida per certi versi l'assioma del Portogallo come patria di grandi palleggiatori allergici al tiro in porta: nella gara che ha dato la qualificazione ai quarti, contro l'Olanda, tutto si è visto fuorché una squadra incapace di concretizzare, anche grazie alla tanta attesa "apparizione" sul palcoscenico dell'Europeo di Cristiano Ronaldo. E' lui ad impreziosire il dispositivo tattico di Paulo Bento partendo da lontano, allargandosi per poi stringere a velocità da videogioco, è sempre lui a finalizzare la manovra, verbo sconosciuto fino a qualche anno fa per la Selecçao.
A sostegno della stella del Real Madrid non può mancare un elemento come Nani, ex compagno al Manchester United e fondamentale con il suo ruolo di raccordo tra le due fasi, così come Helder Postiga, sistematicamente preferito alle alternative offensive per la sua capacità di occuparsi del lavoro sporco senza per questo scomparire negli ultimi sedici metri. Per quello che si è visto, una struttura così aerodinamica può funzionare solo e soltanto se ben bilanciata in mezzo, dove Joao Moutinho si sta rivelando come il vero uomo in più della mediana. Cuore, corsa e polmoni uniti ad una tecnica non certo secondaria: non lo scopriamo di certo oggi, però il centrocampista del Porto rappresenta ad oggi il vero cuore del Portogallo. Accanto lui quel Miguel Veloso che quando vede la maglia della nazionale si trasforma e insieme a Raul Meireles garantisce un buon bilanciamento tra geometrie e fosforo.
Dietro non dovrebbero esserci sorprese per quanto riguarda la sfida ai cechi, con Joao Pereira e Fabio Coentrao larghi sulla sinistra e Pepe-Bruno Alves coppia centrale. Due esterni diversi per caratteristiche (molto più guardingo il laterale dello Sporting, decisamente più cavallo pazzo l'ex benfichista) a controbilanciare un gioco che proprio dalla loro scorribande può trarre linfa e pericolosità. Il tandem centrale vive sull'equilibrio instabile dato da Pepe (solo Mourinho ha dimostrato di saperlo gestire, con lui Paulo Bento ha la briglia un po' più sciolta), non sempre una garanzia di partite tranquille per Rui Patricio.

 
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