| L'Italia è in semifinale, lode all'Italia. Grazie a chi e grazie a che cosa gli azzurri hanno staccato il pass per tornare in Polonia a giocarsi con la Germania la possibilità di giocarsi la finalissima? I ragazzi di Cesare Prandelli hanno messo insieme una signora partita contro un'Inghilterra troppo timorosa e senza mordente per essere vera. Il problema è che i nostri non sono stati in grado di segnare per 120' (ma una punta come si deve non esiste più?) e allora una gara che "dovevamo" vincere poteva trasformarsi in una amarissima delusione, stile Bayern Monaco in finale di Champions. Ai rigori, si sa, può succedere di tutto: anche che un signore con la maglia numero 21, con l'Italia sotto di un gol (causa errore abbastanza "chiamato" di Montolivo), decida di fare lo "scavetto", specialità di qualcun altro, ma gesto che mai come nell'occasione di domenica sera è servito a far girare la partita. Soprattutto a livello mentale. Gli azzurri si caricano e pareggiano, per gli inglesi invece si mette male: buio pesto, errore di Young, errore di Cole, e i Leoni sono domati.
UN NUMERO DA URLO - "Non potevamo perdere dopo il cucchiaio di Pirlo...che spettacolo!", parola di Valentino Rossi via Twitter. "Che gran rigore di Pirlo...Fenomeno!", scrive Xavi, perno del centrocampo della Spagna campione d'Europa e del mondo. "Pirlo è solo classe", ribatte Gerard Piquè, suo compagno di squadra. "A livello puramente calcistico, Pirlo ha dato una lezione di altissimo livello. Con il rigore, è stato decisamente troppo", scrive Ferdinand. Dzeko non ha dubbi: "Andrea Pirlo: RESPECT!". "Mamma mia!". è il commento di Kwadwo Asamoah, neo-juventino che di solito su Twitter si esprime in inglese, ma per l'occasione ha fatto un'eccezione.
UNA LEDERSHIP CONFERMATA - La partita si è decisa lì: "Se Prandelli cercava un leader, in quel momento stesso lo ha trovato", scrivevamo noi nella pagella di Andrea Pirlo, a cui abbiamo dato un 9 sonante. Non tanto per la prestazione in sè (qualche errore c'è stato), ma per il livello che ormai il nostro regista sembra aver raggiunto: la freddezza nel momento che conta è una qualità che solo in pochi hanno. Dice bene "Marca": "Dovrebbero assegnare 4 MVP per ogni tempo e Pirlo li meriterebbe tutti e quattro".
RISPETTO, ANZI TIMORE - Ormai il nostro Andrea nazionale è cresciuto di livello, come Goku quando diventa Super Sayan, per intenderci. Ha fatto quel passo che lo porta dallo status di "campione" a "giocatore dominante". Si è visto contro la Spagna e i mostri sacri Xavi e Iniesta; lo ha capito la Crozia e lo ha capito Pletikosa, bucato dalla sua punizione sul primo palo; lo sapeva Steven Gerrard, il primo a mettere in guardia i suoi nell'immediata vigilia del match contro gli azzurri. E i suoi compagni quasi avevano timore a provare a sfilargli la palla, indietreggiando al suo cospetto.
IL MASSIMO TRAGUARDO - Andrea Pirlo è il nostro leader: noi lo sapevamo già, o forse lo sospettavamo. Ora lo sa anche il resto del mondo, che oltre a rispettare il nostro giocatore più rappresentativo, forse sarebbe anche propenso ad eleggerlo a MVP in caso di super-impresa azzurra. Sì, perché dopo l'inatteso ma assolutamente meritato scudetto con la Juventus, ora potrebbe arrivare un'altra sorpresa, che non nomineremo mai, nemmeno sotto tortura. Ma una provocazione possiamo, a ragione, lanciarla: questo Pirlo è da Pallone d'Oro? La sua qualità fa paura, la leadership che non tutti gli riconoscevano (vero Milan?) lo eleva sulla massa. Io dico di sì: dopotutto finalmente abbiamo anche noi qualcuno di cui andare fieri, lasciamoci andare, anche solo per un momento.
Ps: Ma sono solo io a pensare che l'esultanza di Andrea dopo l'ultimo rigore di Diamanti è tale è quale a quella di Grosso nel 2006 a Berlino? Schegge di malcelata fiducia.
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