Morosini: la tragedia era forse evitabile?

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Mother of God
view post Posted on 16/4/2012, 14:48     +1   -1




Il mondo del calcio si unisce nel dolore per la morte del centrocampista del Livorno, ma al cordoglio si unisce l'interrogativo sui controlli medici. Sono adeguati?


A soli 26 anni si è spento Piermario Morosini, deceduto sul campo di Pescara durante la partita che vedeva in campo il suo Livorno. Ecco tutte le reazioni alla tragedia del Via del Mare.
MEDICO PESCARA: "FATTO IL POSSIBILE" - "Ci siamo subito resi conto che era in arresto cardiaco e abbiamo immediatamente iniziato il massaggio, in attesa che arrivassero l´ambulanza e i soccorsi. Poi ho saputo che il ragazzo non si è mai ripreso, nonostante al pronto soccorso gli fosse stato applicato un peacemaker provvisorio. Dopo un coma farmacologico di circa mezz´ora è subentrata la morte. E´ stato fatto tutto il possibile, non c´era altro da fare". Questo il racconto a Radio Sportiva del medico sociale del Pescara Ernesto Sabatini, il primo a soccorrere Piermario Morosini. "Noi abbiamo visto questo ragazzo che sembrava scivolare, poi si è rialzato, poi ha avuto tipo delle convulsioni e si è accasciato. Sono entrato subito in campo e quando l´ho soccorso era già rigido. Vedremo dopo l´autopsia le cause certe del decesso" afferma il medico pescarese. "Dell´ambulanza ostacolata da una macchina dei vigili ho saputo dopo, sul campo durante i soccorsi non mi sono nemmeno reso conto del tempo che è trascorso. E´ stata una scena davvero tremenda, con tutti i ragazzi del Livorno chiusi in una stanza straziati dal dolore".
IL PRIMARIO: "MAI SPERATO" - "Morosini non ha mai ripreso un battito". Sono le parole del primario di cardiologia dell'Ospedale Santo Spirito di Pescara Leonardo Paloscia che conferma il decesso e racconta gli ultimi momenti del giocatore del Livorno, morto dopo il malore accusato in campo durante la gara con il Pescara. "Da quando sono arrivato io non ha mai dato un cenno di ripresa né di respiro e né di battito. Quando sono arrivato io era tutto fermo. La causa? Non si può dire, penso che tutto sarà rinviato all'esame autoptico. Ritardi? Se si intendono 30 secondi non è quello, il medico del Livorno ha effettuato subito il massaggio cardiaco".
AD PESCARA: "NON E' POSSIBILE" - "Speravamo in una buona notizia che purtroppo non è arrivata". Lo ha detto Danilo Iannascoli, amministratore delegato del Pescara, a Sky Sport 24 non appena appresa la notizia della morte di Piermario Morosini. "Speravamo che ce la potesse fare. Abbiamo vissuto un altro dramma a 15 giorni dal nostro preparatore atletico Mancini. Lui era da solo. Non è possibile che possano succedere queste cose agli atleti, fermiamoci un attimo e riflettiamo. Ho visto questi occhi che mi stavano guardando, ero fiducioso, ho detto sta meglio, era in ottime mani del dottor Paloscia....era distrutto anche lui alla fine. Che possiamo fare? Una preghiera per questo ragazzo e sperare che non accada più. I giocatori sono sempre super controllati, veramente dobbiamo riflettere, hanno tutti i controlli del mondo e poi in campo a un ragazzo di 25 anni succede una cosa del genere".
ANANIA: "SIAMO TUTTI SCOSSI" - "Una disgrazia. Non ci sono parole". Lo ha detto il portiere del Pescara Luca Anania, che ha assistito al momento del malore di Morosini. "Avevano capito dalla panchina che era una cosa grave, quando l'arbitro ha sospeso ci siamo avvicinati e abbiamo capito. Siamo rimasti tutti scossi. Il pensiero va ai familiari che vedono la partita, poi abbiamo saputo che il ragazzo non ha neanche i genitori. Sospendere partita? Ci mancherebbe, con una persona che sta male a terra il calcio passa il secondo piano".
PRESIDENTE PESCARA: "CAPITO SUBITO" - "Ho visto dal movimento del nostro massaggiatore e del medico sociale che qualcosa non andava, poi la vicinanza dei ragazzi ha fatto capire che si stava consumando un dramma, infatti poi è arrivata la tragica notizia". Sono le parole del presidente del Pescara Daniele Sebastiani ai microfoni di Sky Tg24. "Ritardi soccorsi? Se il ragazzo ha avuto ancora tempo di resistere è stato anche grazie al nostro intervento tempestivo, quindi penso di sì. E' giusto sospendere tutto, il calcio non può andare avanti a prescindere".
IL SALUTO DEL LIVORNO - "Ciao Piermario. Il Presidente Aldo Spinelli, i giocatori, lo staff tecnico e tutta la Società Associazione Sportiva Livorno Calcio esprimono il loro più grande dolore per la tragica e prematura scomparsa del giocatore amaranto Piermario Morosini avvenuta oggi - si legge in una nota ufficiale pubblicata sul sito della società -. Da quando ha vestito la casacca del Livorno, Piermario si è sempre fatto apprezzare per le sue doti di atleta e di uomo eccezionale. Tutta la Società A.S. Livorno Calcio esprime le più sentite condoglianze ai familiari di Piermario".
ZANETTI: "GIUSTO FERMARSI" - "Siamo colpiti per quello che è successo, ci dispiace tantissimo. Era un ragazzo giovane, sinceramente siamo tutti molto tristi. La prima cosa che mi viene in mente e' quella di essere vicino a tutta la sua famiglia per questo momento così difficile". Così il capitano dell'Inter Javier Zanetti, ai microfoni di Sky, ha commentato quando accaduto oggi in campo nel corso di Pescara-Livorno nel corso della quale ha perso la vita Piermario Morosini. "Purtroppo ne stanno succedendo con tanta frequenza. Sinceramente per un ragazzo di 25 anni, cosi' giovane, dispiace a tutto il mondo dello sport" ha detto Zanetti, che si è detto favorevole alla decisione di sospendere tutti i campionati. "È la cosa più giusta che si potesse fare. Non si può scendere in campo a fare qualsiasi disciplina dopo quello che è successo. Io credo che abbiano preso la decisione giusta".
POZZO: "NON PRENDONO FARMACI" - Il numero uno dell'Udinese, società che deteneva il cartellino di Morosini, ha tenuto una conferenza stampa per spiegare le sensazioni vissute dall'ambiente friulano: " Non si può pensare a nulla che non sia la casualità. I calciatori non prendono farmaci, c'è una alimentazione curata in modo scientifico. Nel mondo ci sono migliaia di giocatori, ma può succedere in tutti gli sport, non si può fare nulla per la prevenzione. Non c'è stata speculazione da parte di nessuno, nel calcio c'è anche umanità. È una delle giornate più tristi della mia carriera nel calcio. Da 26 anni non ricordo un'altra tragedia come questa. E' una notizia terribile perché era da diversi anni con noi, l'avevamo preso dalle giovanili dell'Atalanta oltre sei anni fa. Dal 2005 ha giocato con noi ed io me lo ricordo come un ragazzo molto serio, molto professionale ed anche bravo, ha giocato in vari campionati in prestito, ma sempre rientrava regolarmente per il ritiro, giocava per alcuni mesi con noi poi andava in prestito, ricordo al Bologna, al Padova. Quest'anno l'abbiamo tenuto fino a gennaio poi eravamo super affollati ed è andato in prestito al Livorno, poi, oggi questa notiza che ci ha lasciati scossi. La squadra e l'allenatore si sono rifutati di scendere in campo, hanno detto 'non possiamo giocare'. Abbiamo sentito l'Inter, i dirigenti nerazzurri che non hanno avuto un attimo di esitazione nel dire che non si poteva scendere in campo. Poi dieci minuti dopo la Federcalcio autonomamente ha deciso di sospendere tutti i campionati. Onore alla federazione che ha preso immediatamente questa decisione, senno l'avremmo presa autonomamente noi con tutte le conseguenze del caso. E' una giornata così triste e non c'era nessuno forza di partecipare ad una partita".
NOVELLINO: "HO RIVISTO RENATO CURI" - "Stavo vedendo la partita ed ho notato quella situazione, quel tentativo di alzarsi: voleva vivere, lo si vedeva". Così Walter Novellino a Mediaset Premium racconta come ha vissuto la tragedia della morte del calciatore del Livorno Piermario Morosini, giocatore che aveva allenato alla Reggina. "Era un taciturno, uno tranquillo, un po' timido, ma in campo aveva un grande carattere - racconta -. E' stato un grande dolore anche perché ho rivissuto la tragedia di Renato Curi, sembrava uguale, nessuno se ne era accorto. Anche lì Zoff chiamava per attirare l'attenzione così come oggi ha fatto Schiattarella" rivive la tragica scomparsa del compagno di squadra ai tempi del Perugia. "Complimenti a chi ha fermato il calcio - aggiunge - perché è uno di noi. E' una giornata triste, è un un dramma per noi ma anche per tutto lo sport. E quando ci lascia un ragazzo di 26 anni è ancora più triste".
BELLINI: "ORA RIFLETTIAMO" - "Piermario è stato con noi in prima squadra quando stava passando dalla primavera in prima squadra nel 2004-2005, il ricordo è di un ragazzo straordinario, sembra la frase scontata ma è realmente così". Il difensore dell'Atalanta Gianpaolo Bellini ricorda Piermario Morosini, con cui lui stesso ha giocato. "Un ragazzo sempre pacato, che non ha mai fatto trapelare ai compagni tanti suoi problemi familiari, era sempre con il sorriso, e' questa l'immagine che ho di lui. Paura? E' anche ovvio averla, siamo supercontrollati e quindi un po' di paura la avverti, sono cose che non vorresti mai sentire, forse c'è di mezzo anche il destino, non lo so. Stavamo seguendo le partite di B in diretta, siamo rimasti tutti scioccati e abbiamo pregato perché la sua positività vincesse anche questa volta, ma poi è arrivata la brutta notizia. Controlli non sufficienti? Sfruttiamo il fatto che ci si ferma in questo week-end per riflettere e affrontare l'argomento. Servono controlli più approfonditi, altri esami, sfruttiamo pausa per questo".
GIGLIO: "SERVE COMMISSIONE DI STUDIO" - "Quella di Morosini rientra tra le morti cosiddette improvvise, nel senso che non hanno una storia clinica dietro le spalle. Stiamo parlando di calciatori professionisti che sono tutelati da una normativa dell'attività sportiva agonistica, che fanno una serie di accertamenti sanitari che comprendono una serie di esami". Così all'ITALPRESS il vice presidente della federazione medico sportiva italiano Angelo Giglio ha commentato la morte del calciatore Piermario Morosini. "Si tratta di atleti abbastanza ben seguiti e protetti. Purtroppo sono le tipiche morti improvvise, non hanno una storia clinica pregressa, contemporaneamente avvengono o per patologie congenite o patologie misconosciute. La casistica internazionale dice che esistono le cosiddette morti improvvise, per fortuna sono in percentuale bassissima. Bisogna fare una riflessione sul fatto che si gioca molto, che ci si allena molto, probabilmente anche noi dobbiamo rivedere alcuni tipi di accertamenti. La normativa italiana è all'avanguardia in campo internazionale, ma proprio per questo possiamo anche fare una valutazione sul perché avvengono tutte queste cose. Propongo una commissione medica di studio a livello ministeriale che possa affrontare questi problemi, che possa studiare se c'è qualcosa che si può fare per capire cosa sta accadendo".
RAIMONDI: "PERSONA FANTASTICA" - "L'ho avuto compagno di stanza per due anni, una persona veramente fantastica". Cristian Raimondi, difensore dell'Atalanta, ricorda così Piermario Morosini, morto dopo il malore in campo nel corso della partita Pescara-Livorno. "Come è possibile? Purtroppo non lo so, vorrei darmi una spiegazione e non riesco a trovarla. Facciamo tanti controlli, non so se sono abbastanza. Vedere quelle immagini fa male. Forse aumentare i controlli ed essere monitorati più frequentemente può servire, ma queste parole sono dette da uno come me che non sa molto di medicina. Sarà la fatalità ma purtroppo recentemente di queste cose ne sono accadute parecchie".
LEONARDI: "ERA LUI A CONSOLARE ME" - "E' assurdo, terribile. Siamo ancora qui con la squadra all'aeroporto di Punta Raisi a Palermo, stiamo ripartendo per Parma. Mentre viaggiavamo sapevamo che era in coma, aspettavamo un miracolo che invece non c'è stato". Sono le parole di Pietro Leonardi, amministratore delegato del Parma, intervenuto a Sky Sport 24 per commentare la morte di Piermario Morosini, dopo il malore accusato in campo nel corso della partita di serie B Pescara-Livorno. "Sono stato io a portarlo a Udine? Sì, Ricordo gli occhi di felicità quando lo andammo a prendere. Ha avuto vari problemi che non sta a me ricordare, ne ha passate tante, gli ero vicino quando gli è accaduta la disgrazia del fratello ed era quasi lui a confortare me. Non ci sono parole, non so esprimere altri giudizi, non mi pare vera una cosa così. Penso e mi auguro che sia davvero una fatalità. A livello di società posso dire che la scrupolosità nelle visite è andata sempre avanti, è paradossale tutto questo. Giusto fermarsi? Chi pensa il contrario non merita neanche di essere preso in considerazione. Io ho solo voglia di tornare a casa".
IL CORDOGLIO DI BLATTER - "Solo lacrime. Non ci sono parole per esprimere quello che ho provato quando ho saputo della morte di Piermario Morosini". Così il presidente della Fifa, Joseph Blatter, esprime su Twitter il cordoglio per la scomparsa del centrocampista del Livorno.
TOTTI CHIEDE RISPETTO E SILENZIO - "Crollare a terra e morire a 26 anni in un campo di calcio - scrive il capitano della Roma sul suo sito internet -. Immagini scioccanti che rimarranno a lungo impresse nelle nostre menti. Davanti ad una tragedia così non ci sono parole: solo rispetto e silenzio".
IL DOLORE DEL NAPOLI - Morgan De Sanctis: "Se ne va un ragazzo semplice, umile e sempre molto disponibile. È una notizia che sconvolge tutti. Siamo vicini alla famiglia per questo tremendo dolore". Il tecnico, Walter Mazzarri: "È una tragedia che ci ha scossi tutti quanti. Giusto fermare i campionati nella memoria di un ragazzo che ha onorato il calcio". Gokhan Inler: "Piermario era un ragazzo garbato, dai modi gentili ed un professionista serio. Sono sgomento, è tutto assurdo".
MANFREDONIA: "TRAGICO DESTINO" - "Stavo vedendo la partita e mi sono reso conto che è stato un episodio molto simile al mio. In quella circostanza fui molto fortunato, c'era l'autoambulanza a bordocampo col defibrillatore interno, fui subito defibrillato mentre per Morosini forse non c'è stato nemmeno il tempo - dice l'ex-giocatore della Roma, anche lui colpito da crisi cardiaca nel 1989 -. Da allora la medicina sportiva ha fatto passi da gigante, la prevenzione c'è e per quello che è successo oggi parlerei solo di tragico destino. I quattro arresti cardiaci in un mese? Credo siano solo una casualità. Non credo sia colpa di allenamenti più intensi, che ci sia uno sforzo maggiore. È che quando succede una cosa a uno sportivo, a un professionista, diventa eclatante".
ANDREOLLI: "MI HA INSEGNATO A SORRIDERE" - "Quando ho saputo della scomparsa di Mario al termine dell'allenamento sono rimasto sconvolto - ha commentato Marco Andreolli, ex compagno di Morosini in Nazionale Under 21 -. Era un ragazzo straordinario un uomo vero con una forza d'animo incredibile, come in questo mondo è difficile trovare. Compagno in campo ma soprattutto amico fuori. Ha sempre insegnato a tutti noi come sorridere tutti i giorni alla vita, anche quando quest'ultima sembra davvero averti voltato le spalle. Addio 'Indios', vivrai per sempre nel mio cuore".
MARINO "L'ATALANTA NON AVREBBE GIOCATO" - "E' stato troppo sconvolgente vedere un atleta stroncato così, come se all'improvviso mancasse l'energia, il carburante, davanti a 10-15 mila che assistono - ha affermato Pierpaolo Marino, dg dell'Atalanta -. Spero fortemente che si faccia qualcosa in più a livello preventivo per evitare che si ripetono questi episodi. Se si danno certificati d'idoneità e poi succedono questi episodi, forse non si fanno esami a sufficienza, bisogna capire cosa fare per evitare che si ripetano. Bene ha fatto Abete a fermare i campionati e la Lega a essere subito d'accordo. Era assurdo giocare pensando a Morosini, ad una giovane vita stroncata in quel modo. L'Atalanta non sarebbe scesa in campo domani".
REJA: "CON QUALE SPIRITO AVREMMO GIOCATO?" - "È stato giusto fermarsi. Non conoscevo personalmente Morosini, ma quando ero a Napoli lo avevo seguito insieme alla dirigenza per le sue qualità agonistiche, poteva avere buone prospettive - ha detto Edy Reja, tecnico della Lazio -. Aveva perso nel giro di pochi anni i genitori e un fratello, questa è una tragedia. Faccio fatica a trovare le parole. Serve maggiore prevenzione? I giocatori sono monitorati ogni quattro-cinque mesi, fanno prove sotto sforzo, può capitare, sono destini della vita. Ora il calendario sarà ancora più pieno, ma di fronte a questi eventi ogni considerazione va in secondo piano".
ZAMPARINI: "DOLORE IN SILENZIO" - "Sono per il dolore in silenzio - ha detto il patron del Palermo -. Io avrei giocato lo stesso per omaggiare la figura di Morosini, ma rispetto totalmente la decisione della Federazione. Sono molto addolorato per ciò che è successo oggi".
IL MINISTRO DELLO SPORT, PIERO GNUDI: "CONTROLLI PIU' APPROFONDITI" - "Forse bisogna interrogarsi se i controlli medici devono essere più approfonditi e forse anche intensificati, perché non è possibile che un ragazzo di 26 anni muoia giocando a calcio". È la riflessione del ministro del Turismo e dello Sport, Piero Gnudi, intervenuto ai microfoni di RadioUno Rai. Da tempo, tra l'altro, si discute della possibilità di dotare tutti gli stadi delle massime serie di un defibrillatore, "una proposta che va assolutamente valutata in senso positivo. La prossima settimana vedremo anche con il Coni cosa si potrà fare perché non è un problema solo del calcio, è un problema di tanti altri sport. Ed è questa trasversalità che mi fa mettere in dubbio che forse i controlli medici non sono sufficientemente approfonditi e frequenti perché il corpo umano cambia e quindi va seguito con una frequenza abbastanza ravvicinata".
... EPPURE IN ITALIA SONO OTTIMI - "È possibile che ci siano patologie nascoste che vengano fuori all'improvviso senza che nessuno se ne sia mai accorto" è la risposta del professor Antonio Dal Monte, tra i fondatori dell'Istituto di Scienza dello Sport. "L'Italia è il paese in cui si fanno più controlli al mondo sugli sportivi. Esiste però la morte improvvisa da sport, che viene studiata da moltissimi decenni. Si sta cercando di scoprire cosa fare per prevenirla".
TOMMASI: "CONTROLLI ALL'AVANGUARDIA" - "Non ci sono molte parole, siamo rimasti in contatto con i suoi compagni. Quando alcuni fatti sono inspiegabili bisogna farsene una ragione - ha commentato Damiano Tommasi, presidente dell'Aic -. Un evento di questo tipo lascia impotenti e senza parole. Un ragazzo che ha avuto un percorso abbastanza complicato e che ha fatto il suo lavoro con il massimo impegno. La decisione di non giocare è stata opportuna. A Pescara si era vissuta la stessa cosa con Mancini, poi Bovolenta, Muamba... La prevenzione del calcio d'elite italiano è da portare come esempio anche all'estero, non dobbiamo pensare che qualcosa stia funzionando male. Nel mondo dilettantistico forse qualcosa in più si può fare, ma ripeto, nello sport d'elite i controlli sono all'avanguardia".


Edited by Welcome Back Caceres - 24/4/2012, 19:19
 
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