La triste storia di Piermario Morosini

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Mother of God
view post Posted on 16/4/2012, 14:45     +1   -1




Si è chiusa a 26 anni una vita sofferta tra lutti familiari: aveva perso entrambi i genitori minorenne e subito dopo anche il fratello. Un ragazzo capace di lottare con grande dignità attraverso mille traversie

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Pochi istanti, ma sufficienti per capire cosa stava succedendo. Allo stadio "Adriatico" è calato il gelo quando, al 31' del primo tempo, col Livorno avanti 2-0 sul Pescara, Piermario Morosini si è accasciato. Il cuore del 25enne centrocampista amaranto si ferma, i medici accorrono sul campo per prestare i primi soccorsi, massaggio cardiaco e poi la corsa all'ospedale Santo Spirito della città abruzzese, dove gli è stato applicato un pacemaker provvisorio.
In mezzo le lacrime e la disperazione di compagni e avversari, il silenzio del pubblico, che appena poche settimane fa piangeva la scomparsa, sempre per arresto cardiaco, di Franco Mancini, storico numero 1 del Foggia e arrivato a Pescara come preparatore dei portieri di Zeman. E come per Mancini, il suo cuore non ha retto: la vita di Piermario Morosini arriva al capolinea. Una vita breve ma intensa, che lo aveva portato a spasso per l'Italia fino a Livorno, dove era arrivato nell'ultimo giorno del mercato di gennaio.
Nato a Bergamo e cresciuto nel settore giovanile dell'Atalanta, nel 2005 era stato prelevato dall'Udinese, sempre attenta ai talenti in erba. Con i friulani ha poche occasioni per mettersi in evidenza e così viene mandato altrove a farsi le ossa, in B, prima al Bologna e poi al Vicenza. E con i biancorossi si guadagna un posto nell'Under 21 che va a giocare gli Europei in Svezia, prima di proseguire il suo girovagare che lo porta a Reggio Calabria, Padova e ancora Vicenza.
La scorsa estate il ritorno a Udine, prima del prestito al Livorno per rilanciarsi, per prendersi una rivincita. Perché Morosini era uno che non si arrendeva mai, che di difficoltà nella vita ne aveva superate parecchie, da quando, nemmeno maggiorenne, si era ritrovato senza papà Aldo e mamma Camilla. "Sono cose che ti segnano e ti cambiano la vita, ma che allo stesso tempo ti mettono in corpo tanta rabbia e ti aiutano a dare sempre tutto per realizzare quello che era un sogno anche dei miei genitori", raccontava nel 2005, quando passò all'Udinese.
Qualche tempo dopo venne a mancare anche il fratello disabile, e Piermario si era ritrovato a lottare per sé e per la sorella maggiore e malata. Una vita dura, difficile che Morosini ha sempre affrontato a testa alta, dignitosamente. Un'esistenza finita troppo presto.


Edited by Welcome Back Sebastian - 28/8/2012, 19:30
 
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